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La dignità del lavoro

Mi chiamo Marco (nome inventato), e sette anni fa persi il lavoro, di colpo come succede a molti purtroppo. 

Quanto successo mi sconvolse parecchio, ero davvero giù di morale ma non volendo “dare pensieri” o creare ansie ai miei 3 figli di 12, 7, 5 anni decisi, insieme a mia moglie, di continuare a  fingere di lavorare. 

Ogni mattina infatti, mi alzavo, mi mettevo il vestito e alle 7.30 uscivo di casa per accompagnare i bambini a scuola e poi andare in ufficio come sempre.

Mio figlio, il più grande, è sempre stato un bambino premuroso, ogni sera quando tornavo a casa mi chiedeva come fosse andata la mia giornata, io mentivo, ci stavo malissimo, ma lo facevo per lui e raccontavo avvenimenti passati fingendo fossero successi quello stesso giorno.

Andai avanti così per 5 mesi, ogni giorno con la mia super cravatta mi recavo nei bar della città con il wifi e seduto lì, insieme a giovani studenti pieni di speranza,  mandavo il curriculum  in cerca di un nuovo lavoro.  Non so se la mia è una favola con la F maiuscola, ma so che per difendere i miei bambini ho dovuto/voluto raccontare delle favole inventate perché la verità era veramente dura.

Oggi ho un nuovo lavoro, sono felice, e finalmente posso ricordare quei mesi difficili solo come un periodo di crescita e di rinascita. 

Sicuramente in futuro racconterò questa storia ai miei figli ma nonostante tutto, le favole serali che inventavo per farli stare tranquilli, erano più divertenti della realtà, momenti che ricorderò sempre. 

Il loro sorriso è sempre stata la mia forza: questa per me è la Favola del lavoro.